E' sicuro scommettere solo guardando le statistiche?
Nel calcio può succedere di tutto. E' una frase fatta, ma è tremendamente veritiera. Si pensi anche solo all'Italia di Sacchi che, alla vigilia del Mondiale '94 (chiusosi con la sconfitta ai rigori in finale, contro il Brasile), in un'amichevole, perse addirittura contro il Pontedera. Squadra di Serie C. E' solo un esempio, estremo, di Davide che batte Golia. E sono questi gli eventi che permettono agli scommettitori di portare a casa qualche euro in più. Ovviamente, non si verificano sempre. Scommettere è complicato proprio perché si deve tener conto di tantissime variabili.
Prima di tutto, la differenza di valori. La squadra più forte non è detto che vinca, ma ha più possibilità per farlo. Poi, c'è il fattore campo: spesso, chi gioca in casa ha una marcia in più. Poi ci sono gli infortuni, le squalifiche, lo stato di forma, i precedenti. E le statistiche. I numeri danno al calcio una componente razionale, che manca a questo sport. Almeno apparentemente. Ma c'è da fidarsi delle statistiche? Si ritorna al primo paragrafo. A Italia-Pontedera. Dobbiamo anche saper ascoltare l'istitnto, cercando di non abusarne e di non farci portare in un vortice dalle quote più alte. Magari, si può pensare di giocare di volta in volta due schedine. Una più posata, l'altra più "istintiva".
Ecco a voi le quote della prossima giornata del campionato di Serie A: